CROSIA (CS): storia, territorio, luoghi di culto, attrazioni turistiche e gastronomia.

Crosia è un comune di 9862 abitanti della provincia di Cosenza.

Nel 2015 la frazione di Mirto Crosia si aggiudica la Bandiera Verde delle Spiagge, l’autorevole riconoscimento europeo assegnato dalla FEE.

Crosia ha ritrovato la sua importanza a seguito delle apparizioni mariane, avvenute nella Chiesa della Madonna della Pietà che, dal 23 maggio 1987, hanno richiamato l’attenzione di molti pellegrini, teologi e scienziati.

LA STORIA

Secondo la tradizione, Crosia fu fondata dai compagni di Enea nel 1315 a.C. lungo la parete est della collina di Santo Pietro. Narra la storia che Enea, durante il viaggio dalla sua patria alla foce del Tevere, riparò con la sua flotta nelle rada del Traejs, nome diverso dell’odierno Trionto. I fedeli sudditi, come atto di devozione, diedero alla città fondata il nome di sua moglie Kreusa, che mutò fino a diventare l’odierna Crosia.

ATTRAZIONI E MONUMENTI

  • il Centro storico, con le sue caratteristiche viuzze e i suoi palazzi antichi;
  • il Castello Feudale di Mirto (inizio ‘600);
  • la Chiesa Matrice dedicata a S. Michele Arcangelo (forse sec. XI);
  • la Chiesa della Madonna della Pietà (“Mater Dolorosa”, inizi ‘500);
  • il sistema delle Torri da Difesa quale la Torre di S. Tecla in contrada Fiumarella (sec. XVI)
  • la Torre del Giglio in contrada Sorrento (metà del sec. XV);
  • Il Càsino della Vota, antica fattoria;
  • la Chiesa del Divin Cuore di Gesù a Mirto, con i suoi artistici mosaici.

CROSIA: Il miracolo delle apparizioni

È il pomeriggio del 23 maggio dell’anno 1987, quando Vincenzo Fullone (di anni 15), ed un suo amico, entrano nella chiesetta quasi completamente diroccata della Madonna della Pietà, dopo secoli di grande devozione curata amorevolmente dai padri domenicani e per successivi atti sacrileghi da oltre trent’anni abbandonata. Vincenzo ha il gentile pensiero di soffiar via la polvere dal volto della Madonna e da quello di Gesù, quando si accorge che la Madonna è in lacrime. Scappano via terrorizzati. Avvisano la gente del paese, che accorre ed è testimone dell’evento, che si ripeterà più volte nei giorni successivi. Fra i testimoni c’è anche il parroco, don Luigi Mazza.
        Nella notte tra il 22 e il 23 maggio, una ragazza della frazione Mirto del paese, Anna Biasi (di anni 13), viene svegliata da una voce che la chiama con insistenza. Nella sua stanza le appare la Madonna in uno sfolgorante alone di luce. Le dà appuntamento nella chiesa della Pietà.
        Alle 18,30 di martedì 26 maggio, senza conoscersi, i due ragazzi si ritrovano sulla soglia della chiesetta. Mano nella mano, vanno verso l’altare, s’inginocchiano e vedono la statua incarnarsi. Dice loro che ha sete, che vuole essere dissetata con l’acqua della sorgente più vicina; successivamente, reincarnandosi ancora, chiede il recupero di oggetti appartenenti alla chiesa: la campana, ecc.- Una “sfera di fuoco” guida i ragazzi nella loro ricerca. Vuole, poi, che vengano bagnati alla sorgente di Cuppo, nei pressi, che definisce “sorgente della vita”.
        Il 28 maggio, alle ore 15,30, inginocchiandosi, i due ragazzi vedono provenire, dalla finestra vicino all’altare, una luce che li abbaglia. Dentro la luce, una signora bellissima, la quale chiede loro una colomba, un ramoscello d’ulivo e una rosa rossa.
La colomba rimarrà sulla statua per otto(1) giorni, pur essendo libera di allontanarsi.
        Nei primi due mesi le Apparizioni furono frequentissime, poi cominciarono a diradarsi. Attualmente avvengono ogni 23 del mese ed in circostanze speciali. Secondo la descrizione fatta dai due ragazzi (che durante le estasi non hanno alcuna sensibilità e seguono con eccezionale sincronismo l’immagine invisibile nei suoi spostamenti) la Madonna dimostra intorno a sedici anni ed è di una bellezza indescrivibile. Ha capelli lunghi e scuri ed è di media statura. Ha la veste e il mantello bianchi con una cinta azzurra, con una corona del rosario nella mano destra. In occasione delle feste, veste un abito tutto dorato e luccicante. Infine il capo coronato da dodici stelle e poggia coi piedi, sui quali sono due rose rosse o dorate, su una nuvoletta.
        I Messaggi che ha dato sinora ai Veggenti ci richiamano alla preghiera (in particolare alla recita del Santo Rosario, ha richiesto inoltre che in ogni parrocchia sorgano gruppi di Preghiera), all’osservanza dei dieci Comandamenti, alla pratica del digiuno a pane e acqua il venerdì e il mercoledì (ha anche invitato al digiuno dalla televisione), ad adorare ogni giovedì il Santissimo (momento in cui Lei è sempre presente e si ottengono tutte le grazie), e naturalmente ad aprire il nostro cuore a Gesù e a credere al Santo Vangelo. Ha più volte invocato la pace e il disarmo e ad aiutare i popoli che soffrono la fame, Infine, con un amore speciale, si rivolge ai giovani, invitandoli a non lasciarsi attrarre dalle lusinghe del mondo

MIRTO CROSIA

La frazione di Mirto è una nota località costiera dell’Alto Ionio cosentino, premiata più volte con la Bandiera Verde, titolo assegnato dai Pediatri Italiani alle spiagge più adatte ai bambini. Il litorale di Mirto è caratterizzato da un’ampia spiaggia formata da sabbia chiara e, in alcuni punti, ciottoli e rocce, con acqua cristallina, di colore verde smeraldo, e fondale basso che digrada dolcemente, rendendola quindi adatta a famiglie con bambini ed ai nuotatori poco esperti. Il fondale è molto bello, ricco di posidonia, ed offre agli amanti delle immersioni subacquee e dello snorkeling spettacoli meravigliosi. Alle spalle della spiaggia, sulle dune di sabbia, cresce spontanea la pianta della liquirizia, le cui radici in passato venivano raccolte e trasformate.

La spiaggia di Mirto Crosia è anche denominata “Centofontane”, è composta da tratti con lidi attrezzati alternati a spiaggia libera, ed è il salotto estivo di Mirto Crosia, con un alto standard di qualità. Recentemente sono stati ampliati i parcheggi, per dare modo agli ospiti delle spiagge di lasciare l’auto in sicurezza e comodità.

Castello Feudale di Mirto

L’imponente struttura è stato il cuore del vastissimo feudo di Crosia del quale faceva  parte Calopezzati, Caloveto, Campana, Mandatoriccio, Bocchigliero e Pietrapaola. Il Castello di Mirto non è altro che una stupenda “Masseria” costruita sull’altura della frazione di Mirto centro di un immenso feudo.

La vastità dei territori impiantati ad uliveti determinava una produzione d’olio di centinaia di quintali, gran parte del quale veniva esportato, con la necessità di impiantare le strutture per lo stoccaggio e la molitura delle olive. Allo stesso modo, la produzione massiccia di cereali e la loro commercializzazione impose la costruzione di enormi magazzini soprattutto a Mirto, che era il cuore delle attività. Da queste esigenze nacque la struttura del Castello, con la dimora padronale ancora oggi visibile, l’abitazione del fattore, le case per il personale di servizio e per gli operai salariati, le rimesse e le stalle, i magazzini ed un grande locale dove trovavano posto i lavoratori stagionali. Le necessità sempre crescenti imposero il sorgere di nuove costruzioni attorno alla corte, fino a che la struttura assunse le dimensioni e l’aspetto attuale.

Il Casino della Vota

Simile nella struttura al castello di Mirto, il “càsino” ‘a vota, antica masseria autosufficiente delle famiglie gentilizie di Crosia, era un’ottima residenza invernale, come attesta il nome, che significa “località riparata”. Vi si lavoravano principalmente le olive, come attesta la presenza  di trappeti (frantoi oleari) su pietra che, malgrado lo stato di completo abbandono in cui si trova tutta la struttura, si sono conservati nel tempo.

Anche ‘a vota disponeva di una chiesa che, al contrario di quella del castello di Mirto, era annessa all’ala padronale e separata da quella dei “dipendenti”.

Gastronomia

Come ogni paesino calabrese, anche Mirto-Crosia mantiene le sue tradizioni culinarie. Di origine antica è la “carna salata”, piatto composto da pancetta, costole e cotica di maiale che dopo essere state tagliate a pezzi vengono abbondantemente salate, successivamente cosparse di peperoncino in polvere e di aromi naturali e conservate in dei vasi di terracotta. Il piatto nacque per i contadini che non rientravano a casa per pranzo e avevano bisogno di alimenti conservati. Tra i primi piatti i “maccarruni a ferriett” che sono fusilli fatti a mano.

Di gran gusto sono gli insaccati, come “sazizza” (salsiccia), “suppressata” (soppressata), “capeccodd” (capicollo), la “nnuglia” che è un salame preparato con frattaglie del maiale, soprattutto fegato, milza e polmoni, insieme a spezie e erbe aromatiche.

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